Stanno per arrivare importanti cambiamenti, almeno per quanto riguarda le normative che regolano gli assegni familiari. Si tratta di misure destinate alle famiglie, che da molti anni rappresentano un sostegno fondamentale, consentendo loro di beneficiare di un aiuto economico. Ma quali sono le novità da conoscere per non incorrere in errori o rischi?
Assegni familiari: cosa sono e chi può beneficiarne
L’assegno familiare è una prestazione economica pensata per sostenere le famiglie italiane, in particolare alcune categorie di lavoratori. Ne hanno diritto coloro che lavorano in Italia e che possiedono un reddito inferiore ai limiti stabiliti dalla normativa vigente. Questi limiti vengono fissati dalla legge e sono soggetti a periodiche revisioni.

I limiti di reddito variano in base alle disposizioni legislative e vengono aggiornati annualmente, anche in relazione all’andamento dell’inflazione. Per il 2025, ad esempio, sono previsti nuovi limiti rispetto agli anni precedenti.
L’importo dell’assegno e la possibilità di riceverlo dipendono anche dal numero di familiari a carico e dalla composizione del nucleo familiare. Le categorie che possono accedere a questo beneficio includono: coltivatori diretti, coloni, mezzadri, titolari di pensioni a carico delle gestioni speciali, lavoratori autonomi e altre figure assimilate.
Quanto spetta con l’assegno familiare
L’importo dell’assegno familiare varia a seconda della categoria di appartenenza. In linea generale, si parla di 8,18 euro per ciascun componente a carico nel caso di coltivatori diretti, coloni, mezzadri, fratelli, sorelle e nipoti. L’importo sale a 10,21 euro per i pensionati delle gestioni speciali, i lavoratori autonomi e i piccoli coltivatori diretti, nonché per il coniuge, fratelli e sorelle.

Per i piccoli coltivatori diretti, genitori ed equiparati, l’importo mensile è di 1,21 euro. Per presentare la domanda è necessario rivolgersi all’INPS, utilizzando il servizio online disponibile sul sito ufficiale, oppure affidarsi ai patronati o agli intermediari abilitati.
In definitiva, si tratta di un sostegno concreto per chi dispone di un reddito basso, offrendo un aiuto mensile che può rappresentare un sollievo importante per le famiglie più in difficoltà , in particolare per le categorie sopra menzionate. Tuttavia, le novità non finiscono qui.
Come funziona il meccanismo
L’ammontare del reddito considerato ai fini dell’assegno varia in base alla composizione del nucleo familiare. Il diritto a ricevere il contributo decorre dal primo giorno di paga o dal momento in cui viene erogata la prestazione. In questa fase vengono verificati tutti i requisiti necessari per accedere al beneficio, e solo dopo l’esito positivo dei controlli si procede all’erogazione della somma spettante.

L’assegno non viene corrisposto se non si rispettano i requisiti previsti. È inoltre possibile presentare domanda anche per periodi precedenti, con la possibilità di ricevere gli arretrati fino a un massimo di cinque anni, in base alla durata del contratto e alle tempistiche previste dalla normativa quinquennale.
L’INPS tiene conto anche di altri elementi, come le detrazioni fiscali, gli oneri deducibili e le ritenute erariali. Fondamentale è la valutazione del reddito complessivo del nucleo familiare, inclusi eventuali redditi esenti da imposta, per determinare l’ammontare del beneficio e l’accesso al contributo.
Le ultime novità : ulteriori misure di sostegno
Carta Acquisti: si tratta di una carta prepagata destinata all’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità . Rappresenta un valido aiuto per chi si trova in difficoltà economica e fatica ad arrivare a fine mese con le proprie entrate.

Dedicata a te: questa tessera elettronica consente di acquistare generi alimentari di prima necessità , carburante e abbonamenti per il trasporto pubblico. Per accedere al beneficio è necessario avere un ISEE non superiore a 15.000 euro.
Bonus decoder casa: rientra tra le agevolazioni previste dal bonus TV e consiste nella fornitura gratuita di un decoder per i cittadini di età pari o superiore a 70 anni, con un reddito pensionistico annuo fino a 20.000 euro. Chi supera questa soglia, purtroppo, non può accedere a questa forma di sostegno.